Gli abusi sulle donne non avvengono esclusivamente in modo fisico. Pensiamo, ad esempio, al controllo coercitivo che consiste in un atto di aggressione, umiliazione e intimidazione volto a danneggiare, punire o più semplicemente spaventare la vittima. Abbiamo avuto il piacere di parlarne con Cristiana Falcone, che sul suo blog aveva già parlato dell’argomento.
Cos’è il coercive control
Si tratta di un comportamento di controllo che ha come scopo quello di rendere dipendente la vittima, sfruttandola e privandola dell’indipendenza e controllando il suo comportamento quotidiano. Fortunatamente, grazie ad alcune importanti campagne contro la violenza sulle donne, il controllo coercitivo è diventato un reato penale. Questo “brutale” comportamento fa nascere delle catene invisibili e crea un senso di paura incontrollabile nella vita della vittima. Questo perché ne limita i diritti umani, privando della libertà personale e riducendo la propria capacità d’azione. Alcuni esperti del settore hanno paragonato il controllo coercitivo all’essere presi in ostaggio, in quanto “la vittima diventa prigioniera in un mondo irreale creato dall’aggressore, intrappolata in un mondo di confusione, contraddizione e paura“.
I principali modelli di controllo coercitivo
I modelli di controllo coercitivo più comuni sono tre.
La limitazione dell’autonomia personale: quando si sta in coppia ognuno di noi crede che quando il proprio partner voglia passare ogni momento della propria vita con noi sia un segno di passione ed innamoramento. Tutto però deve avere un limite ed è quindi opportuno ridimensionare tale richiesta, nel caso in cui venga fatta una delle seguenti richieste: chiedere di diminuire le ore del proprio lavoro o di licenziarsi, limitare gli spostamenti, chiedere di vedere o sentire di meno i propri amici, non rispondere alle chiamate in arrivo.
Intimità e sesso utilizzati come potere o controllo: un altro evidente segno di controllo coercitivo avviene quando il nostro partner ci indica insistentemente cosa indossare, cosa dobbiamo fare in intimità ed in quale frequenza o modalità. È bene ricordare che esiste una linea molto sottile che divide il gioco intimo e la forzatura e quando il sesso e l’intimità vengono utilizzati come potere e controllo significa essere manipolati.
Monitoraggio della salute e del corpo del partner: l’ultimo modello di controllo coercitivo avviene quando il proprio partner monitora costantemente la salute ed il nostro corpo. Nella maggior parte dei casi di controllo coercitivo non viene richiesto un intervento medico immediato e, nonostante questo sia più difficile da rintracciare, esistono alcuni accorgimenti in cui è più facile capire il comportamento “aggressivo” del proprio partner. Questo accade quando ci viene richiesto di attenersi ad un programma serrato per perdere peso o per avere un aspetto migliore. In questo caso bisogna prestare maggiore attenzione ad eventuali complimenti che potrebbero essere utilizzati come arma di controllo, in virtù del fatto che il programma che ci è stato richiesto di rispettare potrebbe includere una dieta alimentare, attività fisica, controllo del sonno, ecc.
A proposito di Cristiana Falcone
Cristiana Falcone vanta oltre 20 anni di esperienza professionale nella elaborazione di strategie ed implementazione di partnership per lo sviluppo del business maturata collaborando con i leader di aziende multinazionali (SONY, Shell, Revlon), interagendo con organizzazioni governative internazionali (ILO, IFAD, FAO, UNDCCP, IADB) e operando nel mondo dei media (Radio Televisione Italiana, Gruppo Espresso, Univision, Viacom).
- Nel 2004 dirige la sezione Media, Intrattenimento, Informazione e Sport del World Economic Forum per poi diventare Senior Advisor dell’Executive Chairman e Fondatore che le affida in particolare la responsabilità dello sviluppo di servizi e prodotti innovativi e la valutazione del rischio geopolitico legato alle tecnologie emergenti. Dal 2006 è CEO e membro del Consiglio di Amministrazione della JMCMRJ Sorrell Foundation che promuove iniziative innovative globali nell’ambito della salute, dell’educazione e della riduzione della povertà per il raggiungimento degli obiettivi UN SDG. È membro dei Consigli di Amministrazione del Paley Center for Media, di Internews, della Tufts University, del Summit Institute e della Fondazione Guido Carli.